Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog

Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog.

Voglio sentirmi libera di parlare di qualunque cosa gironzoli per la mia testolina con il linguaggio che riterrò più appropriato all'argomento o anche solo al mio stato d'animo del momento; e voglio che anche chi commenta i miei post possa fare altrettanto; ma non voglio urtare la sensibilità di nessuno. I contenuti forti di un blog non sono necessariamente legati al mondo del sesso: si può parlare in termini crudi anche di politica, religione o dei litigi col vicinato.
Io parlo e scrivo esattamente come vivo: pane al pane e vino al vino, chiamando le cose col loro nome, perché non ho mai avuto paura delle parole. Quindi amici e nemici, passanti di una volta e masochisti fissi, qui si scriverà di tutto, ergo chi vuole resti, chi non vuole vada.
Tutti i commenti sono benaccetti, anche le critiche, purché fatti con intelligenza (per chi la possiede) e con rispetto (che invece pretendo da tutti). Non ho messo la moderazione ai commenti e non cancellerò niente di quanto scriverete, ma ognuno si assuma la responsabilità di ciò che lascia ai posteri e sappia che corre il rischio che io gli risponda.
Rispetto le persone che si sentono offese da alcuni tipi di linguaggio o di argomenti: per loro ho messo le avvertenze sui contenuti del mio blog, ma è un'arma a doppio taglio, perchè chi continua a leggere poi non venga a farmi la morale! Al di lá di qualche imprecazione che non è necessario comunicare alla sottoscritta, non si curi di me ma guardi e passi...
Per sapere chi è lo smanettone con polluzioni notturne che ha reso necessario questo chiarimento andate a leggere il 'Post nudo e crudo' del 18 Settembre 2012

domenica 9 dicembre 2012

Purtroppo lo abbiamo saputo in ritardo

Alla fine di questo post, nel vecchio blog, c'era la foto di un ritratto a matita che avevo fatto alla mia mamma da giovane.
Dopo che un tizio, nell'altra piattaforma, ha preso una mia foto modificandola e ripubblicandola come commento ad uno dei miei post e, successivamente, nel suo profilo ha messo la foto di una lapide con il mio nome sopra e sotto una scritta copiata da uno dei miei post, non me la sento più di mettere il viso della mia mamma in rete, sia pure sotto forma di disegno.

Post del 3 Febbraio 2012
La frase che dà il titolo a questo post è la frase che mi sto sentendo ripetere più spesso.
Vorrei capire come mi sarei dovuta comportare.
Mamma ha smesso di soffrire la notte fra sabato 22 e domenica 23 del mese di Gennaio; il necrologio è uscito sul giornale il lunedì mattina ed i funerali sono stati nel pomeriggio; la tumulazione, una delle esperienze più brutte della mia vita, è avvenuta il martedì mattina. Solo all’uscita del cimitero mi sono resa conto di essere stata in apnea per tutto questo lungo infinito fine settimana.
Stordita ed incredula, senza aver nemmeno toccato il letto per due giorni, la domenica mattina ho dovuto fare alcune telefonate penose da sopportare e da gestire per il mio cuore a pezzi, perché “bisogna avvisare”. Il resto lo ha fatto il tam tam di bocca in bocca...
Così tutta la domenica pomeriggio ed il lunedì mattina abbiamo avuto gente in giro per casa: persone che arrivavano a qualunque ora e non se ne andavano più... ore, ore, ore ed ore di parole liquide e confusione laddove io avrei voluto solo pensieri intimi e silenzio...
Al funerale una signora mi ha ripresa, con un tono visibilmente incazzato, perché non l’avevo chiamata “subito”. Vi giuro che in quel momento non sapevo chi fosse. Un mio amico, sbalordito, ha detto: ‘sta rimproverando Maria? Ma come si permette?’... Un’altra, guardandomi con gli occhi fuori dalle orbite, mi ha messo le mani sulle spalle ed ha iniziato a scuotermi, forse per essere sicura di avere tutta la mia attenzione, dicendo con tono perentorio: “Maria, io voglio esserci, io voglio starti accanto? Hai capito? Io lo voglio!”... E poi un’altra ancora: “Ho perso un’amica, Maria, lo capisci? Lo sai come mi sento? Eh, lo sai?” ed io, in automatico, senza nemmeno riflettere, ‘Non saprei, io ho perso una madre’...
Dall’indomani sono iniziate le telefonate aventi per oggetto il titolo di questo post... ed anche a giorni di distanza, se incrocio qualcuno, me lo sento ripetere... Evidentemente è un modo per ‘scusarsi’ di non essere venuti subito a darmi ‘conforto’ o magari per superare l’imbarazzo di non sapere cos’altro dire quando mi incontrano (stare zitti ed abbracciarmi forte soltanto, no eh?)... Altri lo dicono perché non sono venuti al funerale, per spiegarmi che sarebbero venuti se solo lo avessero saputo in tempo... Come se io mi fossi resa conto di chi mancava... E anche quando fossi stata in grado di notare gli assenti, cosa me ne sarebbe potuto importare visto che l’unica assenza che per me contava era quella della mia mamma?
L’inizio della fine è stato sabato alle 13:00; si è spenta all’una di notte... 12 ore di lamenti che laceravano l’anima e che risuonano ancora in ogni cellula del mio corpo... Sono passate poco meno di due settimane, ma io non riesco ancora a dormire la notte; durante il giorno non va troppo male: ho dei momenti in cui il dolore si fa acuto e le lacrime sgorgano sole e copiose, ma nel complesso riesco a ‘distrarmi’ un po’ e reggo discretamente bene; a volte riesco persino a scherzare e a sorridere financo.
Anche essere rientrata a lavoro mi sta aiutando... Ma la notte, quando rimango sola, mi rigiro nel letto senza trovare pace; appena chiudo gli occhi sento distintamente i suoi lamenti, come se fosse sdraiata accanto a me ed allora mi alzo e giro per casa. Le mie bimbe pelose, poverine, mi guardano con aria afflitta, a volte mi seguono e se mi siedo da qualche parte si avvicinano con delicatezza: Zara poggia la sua testolina sul mio ginocchio e Nera mi lecca le mani... Come farei se non ci fossero loro? Le ho tolte dalla strada e tutti dicono che le ho salvate; io credo sia esattamente il contrario. Chissà se capiscono quanto sono importanti per me e quanto io le ami...
In ritardo in ritardo in ritardo in ritardo... mi scoppia la testa... perché in ritardo, che vuol dire in ritardo...
Cosa avrei dovuto fare? Telefonare a Dio e chiedergli ‘scusa Signore, potresti mica dirmi in anticipo quando verrai a prenderti la mamma? Perché dovrei avvertire parecchia gente, se no poi mi rimproverano’.
O, forse, visto che viviamo nell’era dei Reality Show, avrei dovuto iniziare a chiamare tutti il sabato, così venivano ad assistere in diretta al fallimento delle cure palliative contro il dolore, quando nemmeno la morfina faceva più effetto...
Non vi scandalizzate, in fondo è già successo tanti anni fa, quando hanno filmato e trasmesso secondo dopo secondo l’agonia di un bambino caduto in un pozzo e la frustrazione di tutti quelli che hanno provato inutilmente a tirarlo fuori da lì e lo hanno invece visto scivolare sempre più giù...
Ciao Alfredino, non credo esista un Paradiso e non penso tu possa sentirmi; ma se per caso mi sbaglio, allora vorrei dirti che puoi andare a cercare la mia mamma e magari stare un po’ con lei, perché è davvero una donna di una dolcezza infinita e potreste farvi compagnia a vicenda, nell’attesa che si arrivi anche noi.
Scusate, ma oggi mi gira peggio degli altri giorni.
Passerà...

6 commenti:

  1. Maria, ho il terrore di questa cosa che avverrà nella mia vita... spero il più tardi possibile. E pur sapendo che avverrà temo che non sarò mai pronta. Ti abbraccio forte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche se fa parte dell'ordine naturale delle cose perdere i propri genitori è comunque una cosa estremamente dolorosa, perché sono una parte importante di noi, sono le nostre radici, il sostegno, l'affetto incondizionato... L'unica cosa che posso augurarti è che succeda in modo naturale e sereno, il più tardi possibile, ma che avvenga serenamente, nel loro letto, circondati dalle persone care, senza soffrire... Credo che in questo modo il dolore per quanto forte può essere gestito, col tempo, meglio di come invece sto facendo io; era questo che intendevo quando dicevo nel post precedente che la morte della mia mamma non è stata una morte normale...
      Ricambio e moltiplico l'abbraccio

      Elimina
  2. Quando è capitato a me che sia mancata una persona cara la cosa che più ho odiato è la massa di gente che viene a casa. Gente che non ho mai visto o che, nella migliore delle ipotesi, non si vedeva da anni, miracolosamente compare. Ma sti gran cazzi, avessero la coerenza e la decenza di sparire definitivamente, che vengono a fare, a pulirsi la coscienza? bah...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I motivi per cui persone di cui avevamo perso le tracce ed a volte persino il ricordo si rifanno vive in questi momenti sono i più disparati; alcune volte c'è comunque buona fede dietro e magari una qualche forma di affetto... Ma altre volte non è così, si tratta di gente meschina che vuole solo farsi vedere e non prova alcun reale dispiacere per te... A questa gente io, se potessi, farei veramente del male.
      Ti abbraccio mist, forte

      Elimina
  3. Le prime sei righe sono sconcertanti, che ci siano dei malati di mente in giro è noto ma averne conferma è sempre spiacevole. Dici di averlo detto in automatico e senza riflettere, ma "Non saprei, io ho perso una madre" è una delle risposte più raggelanti che io abbia mai sentito, fossi stato in quella tizia sarei sprofondato, emigrato, ricorso alla chirurgia plastica. Odio i funerali e la frenesia della presenza. Se appena posso evitarlo non ci vado. Scrivo una lettera, di pugno, niente pc, e non necessariamente il giorno dopo. Chi ha perso una persona cara merita il tempo delle parole e ha il diritto di leggermi con calma se e quando lo vorrà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una delle più care amiche della mia mamma non è venuta al funerale; eppure io so che ha sofferto moltissimo della sua morte, ma aveva da poco perso il figlio, in un modo atroce ed aveva tutte le ragioni di questo mondo; mi ha fatto recapitare una lettera, scritta di suo pugno che aveva come mittente proprio la mia mamma e la ringraziava di tutti i momenti condivisi, dell'amicizia e dell'affetto.. ti confesso che è una delle cose più care che tengo con me...

      Elimina