Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog

Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog.

Voglio sentirmi libera di parlare di qualunque cosa gironzoli per la mia testolina con il linguaggio che riterrò più appropriato all'argomento o anche solo al mio stato d'animo del momento; e voglio che anche chi commenta i miei post possa fare altrettanto; ma non voglio urtare la sensibilità di nessuno. I contenuti forti di un blog non sono necessariamente legati al mondo del sesso: si può parlare in termini crudi anche di politica, religione o dei litigi col vicinato.
Io parlo e scrivo esattamente come vivo: pane al pane e vino al vino, chiamando le cose col loro nome, perché non ho mai avuto paura delle parole. Quindi amici e nemici, passanti di una volta e masochisti fissi, qui si scriverà di tutto, ergo chi vuole resti, chi non vuole vada.
Tutti i commenti sono benaccetti, anche le critiche, purché fatti con intelligenza (per chi la possiede) e con rispetto (che invece pretendo da tutti). Non ho messo la moderazione ai commenti e non cancellerò niente di quanto scriverete, ma ognuno si assuma la responsabilità di ciò che lascia ai posteri e sappia che corre il rischio che io gli risponda.
Rispetto le persone che si sentono offese da alcuni tipi di linguaggio o di argomenti: per loro ho messo le avvertenze sui contenuti del mio blog, ma è un'arma a doppio taglio, perchè chi continua a leggere poi non venga a farmi la morale! Al di lá di qualche imprecazione che non è necessario comunicare alla sottoscritta, non si curi di me ma guardi e passi...
Per sapere chi è lo smanettone con polluzioni notturne che ha reso necessario questo chiarimento andate a leggere il 'Post nudo e crudo' del 18 Settembre 2012

martedì 22 gennaio 2013

Risposta al commento di Laura al post precedente

Avendo come al solito scritto un poema, il server ha impedito la pubblicazione di questo delirio fra i commenti, perché pare io abbia superato i 4.000 e rotti caratteri...
Per la seconda volta, quindi sono costretta a rispondere ad un suo commento scrivendo un post. Non è la soluzione che avrei preferito, stavolta, ma non mi è venuta in mente nessun'altra idea

Ciao Laura,
vorrei iniziare sgombrando il campo da un potenziale equivoco: l’ UNICO motivo per cui ho pubblicato quei tuoi due commenti (fra i tanti che hai scritto) è perché erano legati al post ‘forma e sostanza’ ed hanno portato alla stesura di ‘adesso basta’; se non avessi ricopiato quello che avevi scritto non si sarebbe potuto comprendere il filo logico da cui era nato questo post; il mio vecchio blog non esiste più, l’ho eliminato, ma avendo salvato quasi tutto e volendo riprendere a scrivere, ho riaperto qui e sto ricostruendo la mia casetta virtuale, rimettendo a posto tutto come era nella vecchia piattaforma, più o meno nello stesso ordine: questo post apparteneva a quel blog ed è scaturito dai tuoi commenti, ergo, in quanto funzionali, li ho riportati tali e quali. Insomma ciò che era lì ora è qui. Se avessi riportato veramente tutto tutto, se per ogni post ricopiato avessi rimesso anche i relativi commenti, forse il quadro della situazione del rapporto webbiano fra noi due e fra te ed i frequentatori abituali del mio vecchio blog sarebbe stato più chiaro e magari ci avrei fatto una figura migliore, rispetto a quella che, mi rendo conto, ho fatto e faccio anche adesso, ma non era questo l’obiettivo; lo scopo non eri tu, ma non cancellare ciò che il mio cervello aveva partorito in quella fase della mia vita, con tutte le persone che ne hanno fatto parte. Vorrei che questo blog fosse una fotocopia dell’altro senza cancellare ciò che è stato, perché era sentito e vissuto. Quindi non è propriamente un ‘riproporre a distanza di tempo’ come scrivi, quasi fosse una replica televisiva, ma un rimettere a posto il contenuto degli scatoloni del trasloco. Per riprendere da dove ho lasciato devo rimettere ciò che c’era.
La precisazione, per evitare che tu possa interpretare il tutto come un modo per ‘ridere’ di te, è dovuta al fatto che più di una volta hai dimostrato di essere leggermente paranoica con la sindrome berlusconiana del complotto da parte dei comunisti: io non complotto, ecco.
Detto questo ti confesso che non so cosa rispondere alle tue (ennesime) scuse, perciò butterò giù i pensieri disordinatamente, dato che -leggendo il tuo commento- mi son venute in mente tante cose e mi sono ritrovata a riflettere sul significato del termine “scusa”, sulle motivazioni reali (di cui non è detto che la persona sia consapevole) e su quelle invece credute (anche in buona fede) che portano qualcuno a dire “mi dispiace”; e mi sono resa conto che esistono infinite sfumature, in base al tipo di situazione che le scuse ha generato ed alle caratteristiche personali di chi le porge, per cui la stessa frase può avere valenze profondamente diverse, portando a reazioni opposte.
Ergo, andiamo al tuo commento:
1. “sperando di far bene ti ho offesa” - come si fa a sperare di fare bene dicendo ad una persona ‘tu cerchi un pezzo di carne per riempirti’ ? Nel primo commento sperando di far bene hai cercato di convincermi che il mio comportamento non era positivo e che mi stavo perdendo, dimostrando, tra l’altro, di non aver capito il significato del post e soprattutto di essere presuntuosamente convinta di essere dalla parte del giusto mentre io ero dal lato sbagliato; quando ho scherzosamente sottolineato che io non sono affatto contraria al sesso senza amore mi hai trattata come una puttana, prendendotela anche con chi aveva semplicemente scritto di esser d’accordo con me (posso riportarti la risposta di Paolo o di Lili con cui hai avuto da ridire, se vuoi);
2. “non volevo insegnare nulla a nessuno” - vuoi che riporti la tua litigata con Sciarconazzi, avvenuta sempre nel mio blog, quando gli dicesti che quelli come lui non avevano mai aperto la Bibbia e lui ti ha ridicolizzata dimostrando di conoscerla meglio di te?;
3. “non voglio giudicare” - nooooo, mica giudichi tu, sottolinei subdolamente sempre con ipocrita gentilezza, chiedendo scusa prima durante e dopo, di modo che poi se uno ti manda a foglio quinto puoi fare la povera vittima;
4. “Se l’ho fatto senza intenzione o sono stata interpretata” - e poi ti meravigli se mi girano le ovaie... stanno friggendo proprio, altro che girare, a julienne me le fai, striscioline sottiiiiili ! SE ??? Ma come SE !!! SE è ipotetico, non afferma ma al contrario apre la porta al dubbio... Ammesso e non concesso che tu lo abbia fatto, lo hai fatto senza intenzione oppure sei stata male interpretata... Accidenti ed io che credevo che fossi stupida, sei un genio !
5. “Non volevo farti arrabbiare COSI’ tanto” - e quanto volevi farmi arrabbiare? Un poco, pochissimo, giusto un soffio o abbastanza? Sappi che mi hai scartavetrato l’endometrio (espressione non mia ma che rende perfettamente l’idea). Lo ritieni sufficiente? Spero di si;
6. “mi scuso con tutti a cui ho lasciato commenti non graditi che mi hanno ignorato o deriso” - finalmente, forse, ti rendi conto che hai scassato le palle a tutti e chiedi scusa... MA fai comunque la vittima, perché questi cattivoni ti hanno ignorata o derisa... però tu da brava bambina hai chiesto scusa perché così fanno le ragazzine educate.
Ego te absolvo? Ma manco per il cavolo!
Di cosa ti scusi con me, esattamente? Di avermi offesa? Ma tu hai più di 14 anni, vero? Allora delle due l’una: o tu non pensi quello che hai scritto ed in questo caso le scuse per l’equivoco che parole poco opportune hanno generato ci stanno tutte e l’unico dilemma della sottoscritta sarebbe se accettarle o meno; oppure tu eri convinta di ciò che -da adulta presumibilmente consapevole- hai scritto ed in questo caso le scuse avrebbero senso solo se tu ti fossi ricreduta (tornando parzialmente al punto precedente).
MA non mi sembra che le cose stiano così; quello che vedo io è una ragazzina immatura che pensa di essere nel giusto e crede che basti questo per rendere incontrovertibili le sue convinzioni, al punto da poterle sbattere in faccia a chiunque per il semplice fatto che le pensa e lo fa senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze (se non a posteriori) : tu spari a zero e poi spalanchi gli occhioni dicendo ‘non credevo’... potevi pensarci prima, no? Anche perché se la cosa si ripete sempre identica... o no?
Però non è questo che mi ha fatto girare le ovaie a rovescio, perché vedi, Laura, io sono un tipo passionale, sanguigno e quindi le mie discussioni con chi la pensa diversamente da me sono spesso animate, viscerali, ma rimangono di solito sul piano dell’ironia e dello sfottò. Il problema è di ben altra natura ed è legato al tuo modo di essere in generale. Prima ho detto che tu non ti preoccupi delle conseguenze delle cose che scrivi. Pre-occuparsi è un modo di ponderare le proprie intenzioni prima di metterle in pratica, mentre tu te ne occupi solo dopo, quando la frittata è fatta e qualcuno protesta, dicendo ‘non credevo’ ‘non volevo’ ‘non pensavo’ ‘non avevo intenzione’ ecc... salvo poi tornare a dire ciò che pensi. Scegli, o dici ciò che pensi e ti assuppi (termine siculo traducibile grossomodo con accetti) le reazioni degli altri oppure ti stai zitta e nessuno ti dice alcunché: non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca. Invece ogni volta che si discute con te tu dici determinate cose, alcune delle quali decisamente INEQUIVOCABILI e nel momento in cui la persona oggetto delle tue perle di saggezza reagisce ecco che nascondi la manina con il sasso; allora, Laura, visto che sembri non comprendere, te lo spiego meglio in questa sede, anche se per fare questo dovrò ripetere cose che ho già scritto nel post a te dedicato: DEVI ASSUMERTI LA RESPONSABILITà DI QUELLO CHE DICI, SOPRATTUTTO SE -come sembra- è QUELLO CHE REALMENTE PENSI e, per fare questo, DEVI ACCETTARNE LE CONSEGUENZE !
E’ troppo comodo come fai tu, davvero troppo troppo comodo ed in questo senso io delle tue scuse davvero non so che farmene. Di cosa ti scusi, di aver scritto ciò che pensavi o di aver pensato ciò che hai scritto?
Per tutto il tempo che sei stata dalle mie parti e, attraverso la mia lista di blog amici, anche da tutti gli altri del gruppo, non hai fatto altro che svolazzare di qua e di là come la Vispa Teresa, il più delle volte citando interi ( ! ) passi della Bibbia e prendendotela se qualcuno reagiva in modi a te non graditi; fammi capire cosa bisognerebbe fare: se uno fa finta di nulla per non gettare benzina sul fuoco, tu dici -con tono di rimprovero- che ti ignora; se ti risponde scherzando, ironicamente, scrivi che ti deride; se ti risponde incazzato punto per punto, ti metti a piagnucolare che non volevi-non pensavi-non credevi e fai la povera vittima e che palle !!! Cosa dovrebbe fare una persona, dirti si bene brava grazie di aver illuminato il mio cammino? Perché a quanto pare questa è l’unica cosa che non ti crea problemi, in caso contrario ti comporti come una bambina incapace di sostenere un vero contraddittorio: dici che non giudichi, ma di sicuro rimproveri e sottolinei e lanci frecciatine, più o meno velate... Evidentemente non ti rendi conto, il che mi fa paura, perché sei messa peggio di ciò che credevo: usi la lingua italiana senza considerare il significato delle parole e scrivi senza capire ciò che dici? E’ questo che vuoi farmi credere? No, perché altrimenti non scriveresti sempre non credevo-non volevo ecc
Cazzo, Laura, almeno la coerenza delle proprie opinioni ed il coraggio di difenderle potresti averlo! Che tristezza...
Il mio post adesso basta è arrabbiato, è vero; e non lo è solo per il tuo commento sulla folla che plaude ad una libertina senza pudore che cerca un pezzo di carne per riempirsi (ti ricordo che sono parole tue), quanto ad un mondo, il tuo, fatto di pochi cervelli furbastri che plagiano molti cuori fragili, un mondo ipocrita, perbenista e falsamente buonista che finge di accoglierti finché crede di avere la possibilità di portarti dal suo lato o comunque di non averti contro, ma che scaglia frecce avvelenate nel momento in cui comprende che non la pensi come lui, con la scusa che incarni il demonio e vai quindi abbattuto senza pietà; una piaga, come tutte le idee (religiose ma NON solo) che da semplici e libere opinioni si trasformano in fanatismi che accecano le persone facendo loro credere sia giustificata qualunque reazione anche violenta (verbale o fisica) perché si combatte un nemico pericolosissimo. Qui non si tratta di me e di te, Laura, in realtà, ma dell’impossibilità di far convivere due mondi opposti con divergenze inconciliabili.
Ci ho provato sinceramente, all’inizio, ad andare d’accordo ed in questo sono stata più ingenua di te, lo ammetto; ben presto mi sono però resa conto che il mio sorvolare su alcune cose o, viceversa, spiegare minuziosamente il mio punto di vista su altre per farti capire che la pensavamo in modo opposto non ti ha fatto riflettere, ma solo pensare che potevi continuare perché andava bene così. In fondo siamo due estremiste, anche se tu non pensi di esserlo; io ne sono consapevole, ma sono altrettanto certa di non essere fanatica e, mi spiace per il Silvio nazionale, non mangio nemmeno i bambini, non complotto contro chi la pensa diversamente, aizzandogli contro folle plaudenti e non do nemmeno fuoco ai preti, pur ritenendo che alcuni se lo meriterebbero; non alzo più nemmeno il pugno, pensa te...
Ma non rinnego le mie idee, non mi nascondo dietro la matita (con la quarta di culo nemmeno l’intera collezione giotto basterebbe ! ) ed accetto di essere considerata da molti stronza e intollerante, anche perché spesso lo sono davvero, con me stessa oltre che con gli altri. Sono presuntuosa, mi irrigidisco sulle mie posizioni, sono severa e se mi si dice qualcosa rispondo a tono, ma sono una persona onesta intellettualmente, coerente fino a quando è possibile esserlo, pagandone sempre il prezzo, ma non sono cieca: a volte sono tornata sui miei passi rendendomi conto di avere avuto torto e mi sono leccata le ferite dei miei fallimenti. Ho pregi e difetti, sogni e paure, ma guardo in faccia la gente senza dover abbassare lo sguardo, perché ho la coscienza sorretta da una spina dorsale fatta da un carattere sì di merda, ma leale. Ho punti di forza e di fragilità, ho cicatrici ed un paio di scheletri in un armadio con le ante di vetro; ho fatto un lungo percorso, doloroso e difficile, per essere la donna che sono, ho scavato dentro di me fino a tirare fuori anche le cose che non volevo vedere, la mia scatola nera, mi sono guardata dentro fino in fondo e continuo a farlo giorno dopo giorno, nonostante la mia ostentata sicurezza; non sono perfetta, anzi, ma cerco di essere ‘pulita’...
Ti saluto, Laura, buona vita, il più possibile lontana da me, grazie.

3 commenti:

  1. Maria, approfitto di questo post e di alcuni spunti fornitimi dai 2 precedenti, per "dialogare" su un tema che sai mi sia caro. - Questo mio commento è rivolto non solo alla persona che ha suscitato la GIUSTA reazione di Maria, ma soprattutto a chi passando in questo blog, venga colto dalla "voglia d'insegnare qualcosa" specialmente se ammantato da "fraterni spunti" provenienti da ambiti cattolici (per eventuali critiche, se vorrete, sfruttate il link al mio nick, evitiamo d'intasare casa altrui con eventuali risposte e controrisposte). Premetto che lo scrivente è persona di 50 anni, che nel cammino della propria vita ha dedicato alcuni anni ad una comunità parrocchiale. Ho conosciuto colei che sarebbe diventata mia moglie, nel corso di una settimana passata con i Frati di Assisi (Loro si, davvero fraterni e d'esempio). Ampio tempo è stato dedicato anche alla comunità di S. Egidio, che mi ha portato ad operare con i paria della società. Beh...il contatto con gran parte dei rappresentanti clericali, ma SOPRATTUTTO di quei laici che trovano "possibilità espressive", che si sentono legittimati solo vincolandosi in una parrocchia...in un ambiente dogmatico, mi ha portato alla conclusione che: NON VI E' ALCUN BISOGNO DI EVANGELIZZATORI FAI DA TE così come non vi è bisogno di preti che agiscono come se stessero semplicemente svolgendo un lavoro ministeriale (esperienza diretta, ne parlo in un mio post). Citare passi della Bibbia rivela solo una capacità nozionistica!! L'unico vero modo per eventualmente testimoniare una propria Fede, per rendere partecipi gli altri di un proprio Credo, è l'azione...il comportamento; che NON DEVE MAI essere spunto di posizioni di superiorità. Che...guarda caso è sempre negata se fatta notare, ma che è insita proprio nelle parole e negli atteggiamenti "salvifici" dei moderni "portatori della parola". Sono sempre più dell'idea, che il giorno in cui un ateo iperconvinto e dalla vita piena di qualità positive si troverà sorpreso davanti a quel "portone" (nb. utilizzo l'immagine comune)...troverà Pietro che dopo avergli offerto...un caffè :) girerà quelle chiavi e spalancherà l'anta per farlo entrare. Perchè non può certo essere che il non allienearsi a dogmi, il porsi domande e dubbi, impedisca quell'accesso! Ripeto una mia forte convinzione: Il porsi dubbi...dialogare in modo critico...NON ACCETTARE PASSIVAMENTE presunti insegnamenti e modi di vivere, non sono "ribellioni da rogo per eretici" ma l'esatto contrario, ovvero una "lode" a chi ci ha dotati delle capacità cognitive e analitiche! Una cosa mi ha sempre dato fastidio dei dispensatori di verità cattoliche (nb. non ho detto: CRISTIANE. C'è una profonda differenza): Mai sfiorati dal pensiero che dopo Cristo, è venuto Pietro? Ovvero che dopo una emanazione dello Spirito c'è stato un pescatore 'n po' 'ncazzoso?? Ovvero che da quel momento in poi solo...fallibilità umane, compresi coloro che...."scrivevano" ???? Marco.

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  2. E vissero felici, contente e su strade divergenti. Amen.

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  3. E no, mò ve dovete piglià come minimo a capelli, ho messo su un giro di scommesse clandestine su chi vinceva e non ho intenzione di restituire i soldi :-) (naturalmente è una battuta per sdrammatizzare, parlando seriamente credo sia meglio voltar pagina definitivamente).

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