domenica 15 novembre 2015

Anime di cristallo

È da sabato mattina che mi sento strana. Quando mi sono svegliata non sapevo nulla. Avevo aperto instagram e scritto un paio di commenti stupidi tanto per, ma qualcosa non tornava, alcuni post scritti in francese, lingua che io non parlo... Un dubbio, un lampo nella mente... Allora ho aperto il browser per vedere le ultime notizie. Ovviamente LA notizia era una sola, la carneficina di Parigi..... Sono rimasta ferma, a guardare lo schermo... Poi al contrario una ricerca spasmodica per avere quante più notizie possibili, quasi nella speranza di aver capito male, di essermi sbagliata, che fosse una bufala... E la mente é tornata a quell'ormai tristemente famoso 11 Settembre, quando in diretta tv vidi uno degli aerei che si schiantava contro la torre... Ero con mio fratello, a casa, da soli... Non sapevamo cosa dire, sembrava quasi un film... Perché l'orrore quando supera la soglia dell'umano fa questo effetto, come se il cervello cercasse una difesa, un distacco per poter sopravvivere, per poter elaborare con calma... Ho cercato di andare avanti con la mia semplice quotidianità, la spesa al supermercato, la passeggiata con le bimbe, i lavori di casa.... Ma ogni cosa che facevo era ed è tuttora come ovattata. Non so spiegarlo.... Mi sembra di essere dentro una bolla dove ogni suono è attutito.... Ieri sera non sono voluta uscire, avevo bisogno di stare a casa, col mio papà a stringerci forte, a volerci bene, a dircelo cento mille volte.... Anche oggi sono rimasta a casa a fare lavoretti di bricolage, che subito dopo la pittura è la cosa che mi aiuta di più a distendere i nervi, a riappropriarmi di una dimensione più mia... Ho sistemato cassetti, spostando cose, riorganizzandole diversamente, ho riempito scatole per togliere oggetti accumulati in ogni dove, ho fatto disfatto e rifatto, senza un perché, solo per tenere la mente occupata, ma senza liberarla davvero.... Il pensiero è rimasto lì, inchiodato.... Ora apprendo di Valeria.... E piango.... Anche se non la conoscevo.... Come non conoscevo nessuna di quelle povere anime sfortunate.... Ma il dolore c'é lo stesso, anche se ovviamente non può essere devastante come quando si perde una persona cara.... Ma si sta male comunque davanti a queste tragedie.... Prima o poi il ritmo della mia vita tornerà sempre più simile a quello di tutti i giorni, è normale e, come ho già avuto occasione di dire commentando un post su instagram, forse è anche giusto che sia così, perché bisogna andare avanti per quanto cinico possa sembrare.... Noi, colpiti ma non devastati, dobbiamo andare avanti anche per quelli che, invece, hanno vissuto questa immane tragedia in prima persona o perché direttamente coinvolti e sopravvissuti, o perché amici, parenti di chi era lì.... Dobbiamo andare avanti... Eppure ogni volta ci si rialza ma con un pezzetto di cuore rattoppato, con una cicatrice in più.... Con la paura del domani e la consapevolezza che per quanto ci si sforzi niente tornerà più come prima, per lo meno non del tutto.....

2 commenti:

  1. Mi permetto un commento su questo, perche' mi ricordo benissimo dove ero e quello che e' successo ovviamente. Non ho mai posseduto una televisione in vita mia, quindi dalla fine degli anni 90, da quando me ne sono andato di casa, vivo all'oscuro di quasi tutto. Mia madre mi ha chiamato al lavoro per comunicarmi degli attacchi dell'11 Settembre. Avevo notato che alcuni colleghi erano agitati ed era strano, perche' in UK le persone di solito hanno il sangue abbastanza freddo, poi la telefonata di mia madre mi ha fatto capire tutto.
    Per quanto riguarda gli attacchi del 13 Novembre 2015 ero nella fattoria che avevo nelle Fiandre, non mi ricordo chi mi ha fatto sapere che era accaduto qualcosa, e poi il giorno dopo, il 14 Novembre, sarei dovuto tornare in UK, in macchina, passando da un pezzetto di Olanda e poi il Belgio e la Francia fino a Calais. Quel giorno avevano rimesso i confini territoriali sulle autostrade, controllavano le automobili e le facce di chi guidava. E poi sono arrivato all'Eurotunnel con l'auto. Non posso spiegare perche' ma avevo un forno da cucina nel bagagliaio. L'ufficiale della dogana Francese mi guarda, lo guardo, "it's an oven" gli ho detto, "shall I open it?" (e' un forno, vuole che lo apra?) e mi ha guardato. L'ho guardato: gli ho detto che mi dispiaceva molto di quello che era successo a Parigi. Si e' commosso, mi ha detto di proseguire. Ho letto cose su quegli attacchi e ho formulato pensieri. Non e' che non penso, non e' che non idee, ma mi limito a scrivere qua, su questo spazio pubblico, semplicemente fatti biografici, risparmiando quello che penso a conversazioni private.

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    1. Credo che ognuno debba sentirsi libero di raccontare o meno qualcosa di sè, nei modi e nei luoghi che ritiene opportuno e che debba altresi essere libero di cambiare idea. Quindi va benissimo un commento con racconto come il tuo senza ulteriori connotazione personali, più intime

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