Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog

Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog.

Voglio sentirmi libera di parlare di qualunque cosa gironzoli per la mia testolina con il linguaggio che riterrò più appropriato all'argomento o anche solo al mio stato d'animo del momento; e voglio che anche chi commenta i miei post possa fare altrettanto; ma non voglio urtare la sensibilità di nessuno. I contenuti forti di un blog non sono necessariamente legati al mondo del sesso: si può parlare in termini crudi anche di politica, religione o dei litigi col vicinato.
Io parlo e scrivo esattamente come vivo: pane al pane e vino al vino, chiamando le cose col loro nome, perché non ho mai avuto paura delle parole. Quindi amici e nemici, passanti di una volta e masochisti fissi, qui si scriverà di tutto, ergo chi vuole resti, chi non vuole vada.
Tutti i commenti sono benaccetti, anche le critiche, purché fatti con intelligenza (per chi la possiede) e con rispetto (che invece pretendo da tutti). Non ho messo la moderazione ai commenti e non cancellerò niente di quanto scriverete, ma ognuno si assuma la responsabilità di ciò che lascia ai posteri e sappia che corre il rischio che io gli risponda.
Rispetto le persone che si sentono offese da alcuni tipi di linguaggio o di argomenti: per loro ho messo le avvertenze sui contenuti del mio blog, ma è un'arma a doppio taglio, perchè chi continua a leggere poi non venga a farmi la morale! Al di lá di qualche imprecazione che non è necessario comunicare alla sottoscritta, non si curi di me ma guardi e passi...
Per sapere chi è lo smanettone con polluzioni notturne che ha reso necessario questo chiarimento andate a leggere il 'Post nudo e crudo' del 18 Settembre 2012

mercoledì 14 novembre 2012

Errori che ti cambiano la vita (o, forse, le danno solo uno scossone)

Ok, altro post del vecchio blog, sempre tratto, a sua volta, da una delle mie agende; 2009 per la precisione
Alla fine un piccolissimo aggiornamento

Nella mia vita, come il resto dell'umanità, ho commesso molti errori: grandi, piccoli, rimediabili e non... alcuni hanno avuto conseguenze giuste, altri insignificanti, altri ancora conseguenze sproporzionate; tutte le volte ho comunque cercato di farne tesoro per crescere... ma ovviamente continuo a sbagliare, molto banalmente perché continuo a vivere...muovendosi nel mondo è inevitabile sbagliare... 
Di recente ho commesso un altro errore, le cui conseguenze sono state devastanti per la mia vita e ne sto ancora pagando il prezzo; purtroppo per me è un errore che non si può riparare tornando indietro: l'unica cosa che posso fare è sperare che una persona in particolare mi dia la possibilità di rimediare, mostrando che l'errore è stato dettato da circostanze specifiche e che, nonostante questo, se le circostanze si ripresentassero non si ripresenterebbe l'errore... 
Mentre cenavo, stasera, mi è tornata in mente una frase che mi è stata detta da questa persona: se io avessi passato tutto quello che hai passato tu, non lo so se sarei riuscito a rimanere così dolce e buono, forse mi sarei incattivito... 
Questa persona ha passato momenti orribili quanto i miei, ha sofferto sicuramente almeno quanto me, sia pure per cause e con modalità completamente diverse, ma ha toccato il fondo come me ed ha iniziato un percorso personale per risalire in superficie; a differenza di me però e contrariamente a quanto crede non si è affatto indurita, né incattivita... invece io si... O meglio: il mio cuore è rimasto dolce, anzi lo è diventato, paradossalmente, ancora di più; è l'esterno che si è indurito. 
Quando ho incontrato quest'uomo, il mondo ha smesso di girare ed il cuore ha iniziato a battere più forte: era tutto ciò che avevo sempre cercato... in un certo senso non lo avevo conosciuto, ma RI-conosciuto. E so che lo stesso è stato per lui. E' iniziata una favola in cui ho creduto e volato, dando tutta me stessa senza remore né pudori, credendoci fino in fondo. Ho scelto di riaprirmi alla vita e al mondo permettendogli di chiudere l'unica ferita rimasta ancora aperta nel mio cuore... Non è stato facile, né decidere di dargli questa responsabilità né di mettere in pratica la decisione; quella notte, tornata a casa, non sono riuscita a dormire bene, incubi mi tormentavano, ricordi mai sopiti, ho pianto tanto ma sempre con la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta; ne ero convinta allora, ne sono convinta adesso: lui meritava questo e altro ed io meritavo di tornare a vivere... 
Quello che lui non ha potuto vedere in me è stata quindi la mia parte fredda e razionale, perché mi sentivo così sicura e serena che me ne ero anche dimenticata... ma un giorno, un brutto giorno la terra ha iniziato a tremare ed io ho avuto paura, terrore e l'istinto, quello che le cattiverie, i calci, le pugnalate della vita mia aveva fatto sviluppare al di là e spesso in contrasto con il mio cuore, quell'istinto ha preso il sopravvento, chiudendo il mio fragile cuore di panna in una cassaforte fatta di razionalità, freddezza, distacco, durezza... Con lui ho sbagliato, con chiunque altro avrebbe funzionato, come già successo, ma non con lui; lui aveva bisogno di pazienza, amore e comprensione, di fiducia... ma io ho chiuso quella maledetta porta della cassaforte... 
Adesso la porta non c'è più e nemmeno la cassaforte: in questi giorni di dolore e riflessione, ho capito che ciò che credevo fragile, il mio cuore, è invece la parte più forte di me; quella che io chiamavo fragilità è la parte migliore di me ed è forza allo stato puro: nonostante quello che ho passato il mio cuore è rimasto intatto, ha coltivato la sua dolcezza ed è stato proprio il non indurirsi che lo ha fortificato fino al punto, ora lo so, di poter reggere una violenza, decidere di farla finita, tentare di spegnere la luce per sempre e nonostante questo riprendersi e ricominciare, rimanendo se stesso, continuando a credere negli stessi valori e a sognare la persona giusta... ma questa persona non arrivava e col passare del tempo, continuando a prendere batoste su batoste, sia pure non di quel livello, il cervello è riuscito ad avere la meglio, almeno in superficie, ha costruito la cassaforte, ci ha chiuso dentro il cuore dicendogli 'stai buono qui, sei troppo fragile per stare all'aria aperta, ti chiamerò io quando sarà il momento'... 
Il momento è arrivato quando lui è sceso da quella macchina, quel sabato pomeriggio in cui il respiro del mondo si è fermato per non disturbare quell'incontro; il cervello, che è sempre stato in buona fede, ha chiamato il cuore e gli ha detto esci fuori ed il cuore incredulo si è affacciato... 
Credevo di essere pronta, non era così... troppi anni di buio avevano disabituato i miei occhi che non hanno saputo vedere... 
Ho rovinato tutto? Forse, solo lui e/o il tempo potranno rispondere... 
Ultimamente ho molti problemi, come alcuni di voi sanno: mamma sta molto male, è al terzo ciclo di chemio e sta lottando e noi con lei; a lavoro alcune persone stanno cercando di farmi saltare i nervi in tutti i modi, forse sperano che io dia le dimissioni o forse è soltanto stupidità, non lo so: da Natale ad oggi mi hanno messo tutti i bastoni possibili fra le ruote, sto cercando di resistere, ma ormai dormo la media di 3 ore a notte e non so ancora quanto i miei nervi reggeranno... 
Per questo, per tutto questo, ho capito e di conseguenza deciso di distruggere la cassaforte, di riprendere in mano la mia vita per l'ennesima volta, ma dando il timone al mio cuore con il cervello a fare da secondo pilota, sempre dopo il cuore, perché adesso so che proprio nell'essere rimasta me stessa sta la mia forza e non permetterò più a niente e nessuno di oscurare il mio cuore... d'ora in poi seguirò le sue regole, cadrò sicuramente di nuovo, ma mi rialzerò, sbaglierò ancora ma almeno avrò trovato la pace che cerco... 
Sono stanca di fare a pugni col mondo... E' arrivato il momento di deporre le armi e di riposare... 
Niente potrà aiutarmi nel caso in cui mamma non ce la faccia; sicuramente mi servirà invece sul lavoro, alla fine vincerò io, nel senso che per quanto possa subire provocazioni, non reagirò più come ho fatto fino ad oggi, ma sorriderò al nemico e resterò in piedi.... 
Non so se lui tornerà, ma nel caso in cui succeda, stavolta non sbaglierò. 
Grazie per aver letto fin qui 

Aggiornamento:
quell'uomo non è tornato... e si è anche comportato molto male nei giorni successivi... così ho capito che ancora una volta avevo sbagliato a leggere nel cuore di chi mi stava di fronte... Ho anche scoperto che mi aveva raccontato una bugia, una sola, ma cappero, grande quanto la sua faccia di bronzo... l'ultima cattiveria, forse la più meschina me l'ha fatta a distanza di un anno... ma non importa... quello che conta è che adesso so che è stato meglio perderlo... trovarlo e perderlo sono serviti entrambi... va bene così...

7 commenti:

  1. Cara Minnulicchia, buonasera :)

    Ho letto il tuo ultimo post. Mi ha colpito perché, anche se con valenze ed argomenti differenti, mi sono trovato anch’io in una situazione analoga, aggiornamento compreso.
    Però…
    a debita distanza di tempo dall’epilogo ( questo sì molto simile al tuo ), ho fatto ben altre considerazioni. Due fra le tante :
    1) Ciò che in quel momento ho ritenuto “imperdonabile”, lo era davvero? O era un modo per evitare di imbastire un’altra udienza dove io magari sarei stato inquisito ed inquadrato sotto un’altra luce?
    2) Quanto, volontariamente, questa persona ha fatto di male verso di me, anche solo per rabbia nei miei confronti, dopo il mio “verdetto”, falsando così la paternità, se non delle sue azioni, ma di certo delle sue intenzioni?
    No perché se così fosse, in teoria sarebbe tutto da rifare.
    Domande che mi frullano in testa, nessuna critica ( e ci mancherebbe… ) alle tue azioni né alle conclusioni che ne trai, semplici similitudine di eventi.
    Ciao biddazza :)

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    1. Non so risponderti Salvo,
      come sempre le tue considerazioni sono 'piene' e pesano...
      Quell'errore non era imperdonabile, lo sembrava perché alla luce di ciò che sapevo di lui aveva un significato..
      Ma poi ho scoperto che mi aveva sempre mentito, che c'era un'altra, da prima di me, molto molto prima, solo viveva altrove e lui nel frattempo aveva conosciuto me..
      Ormai è passata.. anche se il ricordo sa comunque di amaro...

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  2. Molto personale, difficile da commentare per chi come me ha pudore davanti a vite e sentimenti altrui. Cantava Sergio Caputo “… ci sono tante sfumature anche nel colore delle scottature, le abrasioni che questa vita ci fa …”. Sembra che tu ti sia scottata diverse volte, e in profondità. Succede a chi non ha paura di giocare col fuoco.

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    1. Io la paura ce l'ho,
      solo che poi ci casco sempre nonostante la paura
      Ma non perché la supero, rimane e come un tarlo scava tunnel,
      ma ci convivo per il semplice banale bisogno di andare avanti comunque e di provarci di nuovo,
      perché l'alternativa sarebbe rassegnarsi alla solitudine e questo, credimi, a me personalmente fa ancora più paura
      Ti abbraccio forte

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  3. La vita a volte ci fa fare dei giri strani, esperienze brutte, ci fa avere a che fare con persone crudeli, ci porta a fare errori di valutazione. Eppure sono convinto che tutti i dolori, anche quelli più inumani da sopportare, aiutano a maturare. Lo so, può sembrare una frase fatta, filosofia spicciola da bacio perugina, però è così, almeno credo. L'importante è non rassegnarsi mai, ma non ho alcun dubbio sul fatto che tu non lo farai mai :-) un abbraccio:-)

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    1. Imparare o meno da errori propri o persino altrui e fare di un dolore una risorsa che anziché distruggerci ci fortifica non è facile e dipende da moltissime cose, non ultimo proprio dal motivo per cui quel dolore ci colpisce e dal momento della vita in cui arriva..
      Ma, si, hai ragione alla fine se siamo in grado di vederlo con distacco ne possiamo fare un punto di forza, in qualche modo, anche dall'esperienza che meno pensavamo potesse aiutarci...
      Rimane però il fatto che alcuni dolori non dovrebbero arrivare; il riuscire a depotenziarli e trasformarli in qualcos'altro è una risorsa che si ha a prescindere da quei dolori, risorsa che appunto ci aiuta a fare la differenza fra chi ne rimane schiacciato per sempre e chi riesce in un modo o nell'altro a conviverci, ma non sono loro a fortificarci, ci fanno solo capire che non ci uccideranno, quindi in questo senso (contorto, per chi non sa a cosa mi riferisco esattamente) non servono a nulla, perché non aggiungono nulla di buono a ciò che siamo
      Un bacio Mist

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  4. Spero che il termine 'strano' abbia comunque connotazioni positive..
    Quanto al non esserti accorto che avevo pubblicato, non mi sembra così grave, tanto il post resta e lo puoi leggere anche fra settimane..
    Del resto mi sembra tu sia in ottima compagnia, qui son spariti tutti e non sempre con scuse plausibili: la più gettonata è "qui non mi trovo".. Non è fantastica? Ma non so ancora se è la mia preferita
    Un abbraccio

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