Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog

Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog.

Voglio sentirmi libera di parlare di qualunque cosa gironzoli per la mia testolina con il linguaggio che riterrò più appropriato all'argomento o anche solo al mio stato d'animo del momento; e voglio che anche chi commenta i miei post possa fare altrettanto; ma non voglio urtare la sensibilità di nessuno. I contenuti forti di un blog non sono necessariamente legati al mondo del sesso: si può parlare in termini crudi anche di politica, religione o dei litigi col vicinato.
Io parlo e scrivo esattamente come vivo: pane al pane e vino al vino, chiamando le cose col loro nome, perché non ho mai avuto paura delle parole. Quindi amici e nemici, passanti di una volta e masochisti fissi, qui si scriverà di tutto, ergo chi vuole resti, chi non vuole vada.
Tutti i commenti sono benaccetti, anche le critiche, purché fatti con intelligenza (per chi la possiede) e con rispetto (che invece pretendo da tutti). Non ho messo la moderazione ai commenti e non cancellerò niente di quanto scriverete, ma ognuno si assuma la responsabilità di ciò che lascia ai posteri e sappia che corre il rischio che io gli risponda.
Rispetto le persone che si sentono offese da alcuni tipi di linguaggio o di argomenti: per loro ho messo le avvertenze sui contenuti del mio blog, ma è un'arma a doppio taglio, perchè chi continua a leggere poi non venga a farmi la morale! Al di lá di qualche imprecazione che non è necessario comunicare alla sottoscritta, non si curi di me ma guardi e passi...
Per sapere chi è lo smanettone con polluzioni notturne che ha reso necessario questo chiarimento andate a leggere il 'Post nudo e crudo' del 18 Settembre 2012

domenica 15 novembre 2015

Anime di cristallo

È da sabato mattina che mi sento strana. Quando mi sono svegliata non sapevo nulla. Avevo aperto instagram e scritto un paio di commenti stupidi tanto per, ma qualcosa non tornava, alcuni post scritti in francese, lingua che io non parlo... Un dubbio, un lampo nella mente... Allora ho aperto il browser per vedere le ultime notizie. Ovviamente LA notizia era una sola, la carneficina di Parigi..... Sono rimasta ferma, a guardare lo schermo... Poi al contrario una ricerca spasmodica per avere quante più notizie possibili, quasi nella speranza di aver capito male, di essermi sbagliata, che fosse una bufala... E la mente é tornata a quell'ormai tristemente famoso 11 Settembre, quando in diretta tv vidi uno degli aerei che si schiantava contro la torre... Ero con mio fratello, a casa, da soli... Non sapevamo cosa dire, sembrava quasi un film... Perché l'orrore quando supera la soglia dell'umano fa questo effetto, come se il cervello cercasse una difesa, un distacco per poter sopravvivere, per poter elaborare con calma... Ho cercato di andare avanti con la mia semplice quotidianità, la spesa al supermercato, la passeggiata con le bimbe, i lavori di casa.... Ma ogni cosa che facevo era ed è tuttora come ovattata. Non so spiegarlo.... Mi sembra di essere dentro una bolla dove ogni suono è attutito.... Ieri sera non sono voluta uscire, avevo bisogno di stare a casa, col mio papà a stringerci forte, a volerci bene, a dircelo cento mille volte.... Anche oggi sono rimasta a casa a fare lavoretti di bricolage, che subito dopo la pittura è la cosa che mi aiuta di più a distendere i nervi, a riappropriarmi di una dimensione più mia... Ho sistemato cassetti, spostando cose, riorganizzandole diversamente, ho riempito scatole per togliere oggetti accumulati in ogni dove, ho fatto disfatto e rifatto, senza un perché, solo per tenere la mente occupata, ma senza liberarla davvero.... Il pensiero è rimasto lì, inchiodato.... Ora apprendo di Valeria.... E piango.... Anche se non la conoscevo.... Come non conoscevo nessuna di quelle povere anime sfortunate.... Ma il dolore c'é lo stesso, anche se ovviamente non può essere devastante come quando si perde una persona cara.... Ma si sta male comunque davanti a queste tragedie.... Prima o poi il ritmo della mia vita tornerà sempre più simile a quello di tutti i giorni, è normale e, come ho già avuto occasione di dire commentando un post su instagram, forse è anche giusto che sia così, perché bisogna andare avanti per quanto cinico possa sembrare.... Noi, colpiti ma non devastati, dobbiamo andare avanti anche per quelli che, invece, hanno vissuto questa immane tragedia in prima persona o perché direttamente coinvolti e sopravvissuti, o perché amici, parenti di chi era lì.... Dobbiamo andare avanti... Eppure ogni volta ci si rialza ma con un pezzetto di cuore rattoppato, con una cicatrice in più.... Con la paura del domani e la consapevolezza che per quanto ci si sforzi niente tornerà più come prima, per lo meno non del tutto.....

2 commenti:

  1. Mi permetto un commento su questo, perche' mi ricordo benissimo dove ero e quello che e' successo ovviamente. Non ho mai posseduto una televisione in vita mia, quindi dalla fine degli anni 90, da quando me ne sono andato di casa, vivo all'oscuro di quasi tutto. Mia madre mi ha chiamato al lavoro per comunicarmi degli attacchi dell'11 Settembre. Avevo notato che alcuni colleghi erano agitati ed era strano, perche' in UK le persone di solito hanno il sangue abbastanza freddo, poi la telefonata di mia madre mi ha fatto capire tutto.
    Per quanto riguarda gli attacchi del 13 Novembre 2015 ero nella fattoria che avevo nelle Fiandre, non mi ricordo chi mi ha fatto sapere che era accaduto qualcosa, e poi il giorno dopo, il 14 Novembre, sarei dovuto tornare in UK, in macchina, passando da un pezzetto di Olanda e poi il Belgio e la Francia fino a Calais. Quel giorno avevano rimesso i confini territoriali sulle autostrade, controllavano le automobili e le facce di chi guidava. E poi sono arrivato all'Eurotunnel con l'auto. Non posso spiegare perche' ma avevo un forno da cucina nel bagagliaio. L'ufficiale della dogana Francese mi guarda, lo guardo, "it's an oven" gli ho detto, "shall I open it?" (e' un forno, vuole che lo apra?) e mi ha guardato. L'ho guardato: gli ho detto che mi dispiaceva molto di quello che era successo a Parigi. Si e' commosso, mi ha detto di proseguire. Ho letto cose su quegli attacchi e ho formulato pensieri. Non e' che non penso, non e' che non idee, ma mi limito a scrivere qua, su questo spazio pubblico, semplicemente fatti biografici, risparmiando quello che penso a conversazioni private.

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    1. Credo che ognuno debba sentirsi libero di raccontare o meno qualcosa di sè, nei modi e nei luoghi che ritiene opportuno e che debba altresi essere libero di cambiare idea. Quindi va benissimo un commento con racconto come il tuo senza ulteriori connotazione personali, più intime

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